Edith Stein - parrocchia stagno lombardo

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EDITH STEIN
SUOR TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
MARTIRE 1942 - SANTA 1998
dal libro
(1998)
Scheda biografica

 
Edith nasce a Breslavia il 12 ottobre 1891, ultima di 11 fratelli -di cui 4 morti in tenerissima età-, in una famiglia ebrea osservante. Il papà si chiama Siegfried e la mamma Augusta Courant.

Nel luglio 1893 papà Siegfried, partito per un viaggio di lavoro, muore per una insolazione. La mamma, donna forte ed energica, prende le redini della famiglia e della ditta di legname.

Nel 1897, il giorno del suo compleanno, Edith inizia a frequentare la “Viktoria schule” nella sua città natale; da subito si distingue per la sua intelligenza vivace e precoce. Terminate le elementari, si iscrive, sempre a Breslavia, al ginnasio.

Nel 1904 decide di non voler più continuare gli studi e si trasferisce ad Amburgo presso la sorella Elsa. E’ sempre in questi tempi che matura la scelta personale di allontanarsi dalla fede ricevuta in famiglia.

Gli studi vengono però ripresi e nel 1911 sostiene gli esami scritti di maturità scientifica; l’esito è così eccellente che viene dispensata dal sostenere le prove orali; integra poi l’esame di greco e ottiene anche la maturità classica.
Si iscrive dunque all’Università, sempre a Breslavia, alla facoltà di Germanistica, storia, filosofia e psicologia del pensiero. Su quest’ultima materia investe notevoli attese ma ne rimane delusa al punto tale di decidere di cambiare ateneo. Passa all’Università di Gottinga dove il filosofo Husserl, fondatore della fenomenologia, la ammette, prima donna, a frequentare il suo primo corso. E’ per Edith lo spalancarsi di un orizzonte nuovo, ciò a cui anelava.

Nel 1914 presta per qualche tempo servizio come crocerossina presso l’ospedale per malattie infettive di Mährisch-Weisskirchen.

Nel 1916 Husserl lascia Gottinga per trasferirsi a Friburgo; Edith segue il suo maestro; presso questo Ateneo discute, unica donna in quell’anno, la sua tesi di laurea sul problema dell’empatia, ottenendo la votazione “summa cum laude”. Diventa assistente di Husserl, ma dopo due anni lascia l’incarico, avvertendo che tale ruolo è troppo ristretto per lei, che ha bisogni di spazi e modalità di ricerca assolutamente personali. Resta però in ottimi rapporti con il venerato maestro Husserl.

Nel 1917 va a fare visita alla vedova Reinach: Adolf, compagno di studi di Edith, anch’egli filosofo e fenomenologo, è infatti morto in guerra. La vista del dolore composto della donna, la sua forza interiore che affonda le sue radici in un cristianesimo convinto, è per Edith il suo primo incontro con la fede, come più tardi ebbe Edith stessa a raccontare.

Nell’estate del 1921 si reca dagli amici fenomenologi i coniugi Conrad Martius. Nella loro residenza estiva legge, in una notte, la “Vita” di S. Teresa d’Avila, trovando tra quelle righe la pienezza di Verità che da lungo tempo la sua coscienza si era preparata ad accogliere. E’ in quell’estate che matura così la sua decisione di aderire alla fede cristiana e alla confessione cattolica (sia i Reinach che i Conrad Martius erano infatti sì cristiani, ma di confessione protestante).

L’1 gennaio 1922 riceve il Battesimo e la Prima Comunione nella Parrocchia di San Martino a Bergzabern, mentre il 2 febbraio del medesimo anno riceve il sacramento della Cresima nella cappella privata del Vescovo di Spira.

Dal 1922 al 1932 insegna lingua e letteratura tedesca presso l’Istituto Magistrale “S. Maria Maddalena” di Spira, una scuola privata tenuta dalle Suore Domenicane; contemporaneamente si dedica allo studio di S. Tommaso d’Aquino e traduce in tedesco le “Questiones disputae de veritate”. Traduce anche le lettere e i diari di Newman da lui scritti prima della conversione. Gli ultimi tempi del suo soggiorno a Spira abbozza la stesura del suo grande studio “Atto e potenza”.

Nel 1928 sceglie come suo direttore spirituale il benedettino Padre Raphael Walzer, abate di Beuron, luogo ove Edith trascorre tempi di preghiera e di meditazione, soprattutto attorno alla Settimana Santa.

Nel 1929 inizia un ciclo di conferenze per la promozione della donna a Praga, a Vienna, a Salisburgo, a Basilea, a Parigi, a Monaco e a Bendorf.

Il 27 marzo 1932 lascia Spira per dedicarsi più liberamente agli studi filosofici; insegna all’Istituto di Pedagogia Scientifica di Monaco.

A seguito dell’ascesa al potere di Hitler e delle conseguenti leggi razziali, nel 1933 è costretta a lasciare l’insegnamento.
Ottiene finalmente il permesso dal suo direttore spirituale di varcare la soglia del Carmelo, come era suo desiderio fin dal giorno del suo Battesimo.

Il 14 ottobre 1933 entra così tra le carmelitane scalze di Colonia; veste l’abito carmelitano il 15 aprile 1934 ricevendo il nuovo nome di Teresa Benedetta della Croce.
Il 21 aprile 1935 emette i voti temporanei e nel 1938 quelli solenni. Pochi giorni dopo la sua Professione muore il suo amato maestro Husserl, col quale mai aveva interrotto i rapporti di amicizia.

Nel 1935 riceve l’ordine, dal Padre Provinciale del Carmelo, di preparare la stesura per la pubblicazione della sua opera “Essere finito, essere eterno”, iniziata già a Spira col titolo di “Atto e potenza”.

9 novembre 1938: è la notte dei cristalli del Reich, 7500 negozi di ebrei vengono distrutti in Germania, Austria e Cecoslovacchia per ordine di Hitler, centinaia gli uccisi, migliaia i deportati a Dachau, Buchenwald e Sachsenhausen. Edith decide di chiedere rifugio a un qualche Carmelo fuori dalla Germania per non mettere in pericolo, con la sua presenza, la vita delle sue Consorelle.

Insieme alla sorella Rosa, anch’ella passata al cattolicesimo e divenuta Terziaria Carmelitana, lascia Colonia il 31 dicembre 1938 e va a Echt, in Olanda.

Il 23 marzo 1939 si offre a Dio quale vittima di espiazione e il 9 giugno dello stesso anno redige il suo testamento spirituale. Il 4 agosto fa la sua offerta al Sacro Cuore.

Nel 1941, in occasione del IV centenario della nascita di S. Giovanni della Croce, riceve dai Superiori l’ordine di scrivere un libro sulla vita e le opere del Santo: nasce così la “Scientia Crucis”, opera rimasta interrotta per la sua deportazione.

Il 26 luglio 1942 dai pulpiti di tutte le chiese cattoliche d’Olanda viene letta la “Lettera Pastorale” dell’Episcopato che condanna la deportazione degli ebrei.
Il 2 agosto 1942, la rappresaglia nazista contro tutti i cattolici di ascendenza ebraica. Edith, insieme alla sorella Rosa, viene prelevata dal Monastero di Echt e deportata prima nel campo di concentramento di Amersfort, poi in quello di Westerbork e infine in quello di Auschwitz-Birkenau. Muore asfissiata presumibilmente il 9 agosto 1942 e il suo corpo viene cremato.
Anche il fratello Paul e la sorella Frieda muoiono in campo di concentramento, a Theresienstadt, come pure Eva, figlia del fratello Arno.
Gli altri riescono a emigrare negli USA.

Il 4 gennaio 1962 il Cardinale Frings, arcivescovo di Colonia, indice l’apertura del processo di beatificazione.
Il 4 settembre 1972 la pratica passa a Roma.
Il 15 febbraio 1986 la commissione cardinalizia presenta al Santo Padre Giovanni Paolo II la richiesta di procedere alla beatificazione della Serva di Dio come martire per la fede.
L’1 maggio 1987 viene beatificata a Colonia da Giovanni Paolo II, proclamata santa l’11 ottobre 1998 e compatrona d’Europa l’1 ottobre 1999.
La sua festa liturgica, nel calendario della Chiesa cattolica, è il 9 agosto col nome di S. Teresa Benedetta della Croce.
SCHEDA BIBLIOGRAFICA

In traduzione italiana
 

Come giunsi al Carmelo di Colonia, Ed Mimep Docete
Essere finito e essere eterno - per una elevazione al senso dell’essere -, Ed. Città Nuova
Il castello dell’anima, Ed. Mimep Docete
Il mio primo semestre a Gottinga, Ed. Morcelliana
Il Mistero del Natale, Ed. Queriniana
Il problema dell’empatia , Ed. Studium
Introduzione alla filosofia, Ed. Città Nuova
La donna - il suo compito secondo al natura e la grazia -, Ed. Città Nuova
La scelta di Dio - lettere 191771942 -, Ed. Città Nuova
La struttura della persona umana, Ed. Città Nuova
La vita come totalità - scritti sull’educazione religiosa -, Ed. Città Nuova
Lettere a Roman Ingarden - 1917/1938 -, Ed. LEV
Natura Persona Mistica - per una ricerca cristiana della verità -, Ed. Città Nuova
Potenza e atto, Ed. Città Nuova
Psicologia e scienze dello spirito - contributi per una fondazione filosofica -, Ed. Città Nuova
Scientia Crucis - Studio su S. Giovanni della Croce -, Ed. OCD
Storia di una famiglia ebrea - Lineamenti autobiografici: l’infanzia e gli anni giovanili -, Ed. Città Nuova
Una ricerca sullo Stato, Ed. Città Nuova
Vie alla conoscenza di Dio - “la teologia simbolica” dell’Areopagita e i suoi presupposti nella realtà -, EDB
DAL SITO VATICANO
           
Teresa Benedetta   della Croce Edith Stein (1891-1942)
  monaca, Carmelitana Scalza, martire  

  
"   Ci inchiniamo profondamente di fronte alla testimonianza della vita e della   morte di Edith Stein, illustre figlia di Israele e allo stesso tempo figlia   del Carmelo. Suor Teresa Benedetta della Croce, una personalità che porta   nella sua intensa vita una sintesi drammatica del nostro secolo, una sintesi   ricca di ferite profonde che ancora sanguinano; nello stesso tempo la sintesi   di una verità piena al di sopra dell'uomo, in un cuore che rimase così a   lungo inquieto e inappagato, "fino a quando finalmente trovò pace in   Dio"", queste parole furono pronunciate dal Papa Giovanni Paolo II   in occasione della beatificazione di Edith Stein a Colonia, il 1° maggio del   1987.
 
Chi   fu questa donna?
 
Quando   il 12 ottobre 1891 Edith Stein nacque a Breslavia, quale ultima di 11 figli,   la famiglia festeggiava lo Yom Kippur, la maggior festività ebraica, il   giorno dell'espiazione. " Più di ogni altra cosa ciò ha contribuito a   rendere particolarmente cara alla madre la sua figlia più giovane ".   Proprio questa data della nascita fu per la carmelitana quasi un vaticinio.
 
Il   padre, commerciante in legname, venne a mancare quando Edith non aveva ancora   compiuto il secondo anno d'età. La madre, una donna molto religiosa, solerte   e volitiva, veramente un'ammirevole persona, rimasta sola dovette sia   accudire alla famiglia sia condurre la grande azienda; non riuscì però a   mantenere nei figli una fede vitale. Edith perse la fede in Dio. " In   piena coscienza e di libera scelta smisi di pregare ".
 
Consegui   brillantemente la maturità nel 1911 ed iniziò a studiare germanistica e   storia all'Università di Breslavia, più per conseguire una base di futuro   sostentamento che per passione. Il suo vero interesse era invece la   filosofia. S'interessava molto anche di questioni riguardanti le donne. Entrò   a far parte dell'organizzazione " Associazione Prussiana per il Diritto   Femminile al Voto ". Più tardi scrisse: " Quale ginnasiale e   giovane studente fui una radicale femminista. Persi poi l'interesse a tutta   la questione. Ora sono alla ricerca di soluzioni puramente obiettive ".
 
Nel   1913 la studentessa Edith Stein si recò a Gottinga per frequentare le lezioni   universitarie di Edmund Husserl, divenne sua discepola e assistente ed anche   conseguì con lui la sua laurea. A quel tempo Edmund Husserl affascinava il   pubblico con un nuovo concetto della verità: il mondo percepito esisteva non   solamente in maniera kantiana della percezione soggettiva. I suoi discepoli   comprendevano la sua filosofia quale svolta verso il concreto. " Ritorno   all'oggettivismo ". La fenomenologia condusse, senza che lui ne avesse   l'intenzione, non pochi dei suoi studenti e studentesse alla fede cristiana.   A Gottinga Edith Stein incontrò anche il filosofo Max Scheler.
 
Quest'incontro   richiamò la sua attenzione sul cattolicesimo. Però non dimenticò quello   studio che le doveva procurare il pane futuro. Nel gennaio del 1915 superò   con lode l'esame di stato. Non iniziò però il periodo di formazione professionale.
 
Allo   scoppiare della prima guerra mondiale scrisse: " Ora non ho più una mia   propria vita". Frequentò un corso d'infermiera e prestò servizio in un   ospedale militare austriaco. Per lei furono tempi duri. Accudisce i degenti   del reparto malati di tifo, presta servizio in sala operatoria, vede morire   uomini nel fior della gioventù. Alla chiusura dell'ospedale militare, nel   1916, seguì Husserl a Friburgo nella Brisgovia, ivi conseguì nel 1917 la   laurea " summa cum laude " con una tesi "Sul problema   dell'empatia".
 
A   quel tempo accadde che osservò come una popolana, con la cesta della spesa,   entrò nel Duomo di Francoforte e si soffermò per una breve preghiera. "   Ciò fu per me qualcosa di completamente nuovo. Nelle sinagoghe e nelle chiese   protestanti, che ho frequentato, i credenti si recano alle funzioni. Qui però   entrò una persona nella chiesa deserta, come se si recasse ad un intimo
 colloquio. Non ho mai potuto dimenticare l'accaduto ". Nelle ultime   pagine della sua tesi di laurea scrisse: " Ci sono stati degli individui   che in seguito ad un'improvvisa mutazione della loro personalità hanno   creduto di incontrare la misericordia divina". Come arrivò a questa   asserzione?
 
Edith   Stein era legata da rapporti di profonda amicizia con l'assistente di Husserl   a Gottinga, Adolf Reinach e la sua consorte. Adolf Reinach muore in Fiandra   nel novembre del 1917. Edith si reca a Gottinga. I Reinach si erano   convertiti alla fede evangelica. Edith aveva una certa ritrosia rispetto   all'incontro con la giovane vedova. Con molto stupore incontrò una credente.   " Questo è stato il mio primo incontro con la croce e con la forza   divina che trasmette ai suoi portatori ... Fu il momento in cui la mia   irreligiosità crollò e Cristo rifulse ". Più tardi scriverà: " Ciò   che non era nei miei piani era nei piani di Dio. In me prende vita la   profonda convinzione che-visto dal lato di Dio - non esiste il caso; tutta la   mia vita, fino ai minimi particolari, è già tracciata nei piani della   provvidenza divina e davanti agli occhi assolutamente veggenti di Dio   presenta una correlazione perfettamente compiuta".
 
Nell'autunno   del 1918 Edith Stein cessò l'attività di assistente presso Edmund Husserl.   Questo poiché desiderava di lavorare indipendentemente. Per la prima volta   dopo la sua conversione Edith Stein visitò Husserl nel 1930. Ebbe con lui una   discussione sulla sua nuova fede nella quale lo avrebbe volentieri voluto   partecipe. Poi scrisse la sorprendente frase: " Dopo ogni incontro che   mi fa sentire l'impossibilità di influenzare direttamente, s'acuisce in me   l'impellenza di un mio proprio olocausto ".
 
Edith   Stein desiderava ottenere l'abilitazione alla libera docenza. A quel tempo   ciò era cosa irraggiungibile per una donna. Husserl si pronunciò in una   perizia: " Se la carriera universitaria venisse resa accessibile per le   donne, potrei allora caldamente raccomandarla più di qualsiasi altra persona   per l'ammissione all'esame di abilitazione ". Più tardi le venne negata   l'abilitazione a causa della sua origine giudaica.
 
Edith   Stein ritorna a Breslavia. Scrive articoli a giustificazione della psicologia   e discipline umanistiche. Legge però anche il Nuovo Testamento, Kierkegaard e   il libriccino d'esercizi di Ignazio di Loyola. Percepisce che un tale scritto   non si può semplicemente leggere, bisogna metterlo in pratica.
 
Nell'estate   del 1921 si recò per alcune settimane a Bergzabern (Palatinato), nella tenuta   della Signora Hedwig Conrad-Martius, una discepola di Husserl. Questa Signora   si era convertita, assieme al proprio coniuge, alla fede evangelica. Una sera   Edith trovò nella libreria l'autobiografia di Teresa d'Avila. La lesse per   tutta la notte. " Quando rinchiusi il libro mi dissi: questa è la verità   ". Considerando retrospettivamente la sua vita scrisse più tardi: "   Il mio anelito per la verità era un'unica preghiera".
 
Il   l° gennaio del 1922 Edith Stein si fece battezzare. Era il giorno della   Circoncisione di Gesù, l'accoglienza di Gesù nella stirpe di Abramo. Edith   Stein stava eretta davanti alla fonte battesimale, vestita con il bianco manto   nuziale di Hedwig Conrad-Martius che funse da madrina. "Avevo cessato di   praticare la mia religione ebraica e mi sentivo nuovamente ebrea solo dopo il   mio ritorno a Dio". Ora sarà sempre cosciente, non solo   intellettualmente ma anche tangibilmente, di appartenere alla stirpe di   Cristo. Alla festa della Candelora, anche questo un giorno la cui origine   risale al Vecchio Testamento, venne cresimata dal Vescovo di Spira nella sua   cappella privata.
 
Dopo   la conversione, per prima cosa si recò a Breslavia. "Mamma, sono   cattolica". Ambedue piansero. Hedwig CornradMartius scrisse: "Vedi,   due israelite e nessuna è insincera" (confr. Giovanni 1, 47).
 
Subito   dopo la sua conversione Edith Stein aspira al Carmelo ma i suoi interlocutori   spirituali, il Vicario generale di Spira e il Padre Erich Przywara SJ, le   impediscono questo passo. Fino alla Pasqua del 1931 assume allora un impiego   d'insegnante di tedesco e storia presso il liceo e seminario per insegnanti   del convento domenicano della Maddalena di Spira. Su insistenza   dell'Arciabate Raphael Walzer del Convento di Beuron intraprende lunghi   viaggi per indire conferenze, soprattutto su temi femminili. " Durante   il periodo immediatamente prima e anche per molto tempo dopo la mia   conversione ... credevo che condurre una vita religiosa significasse   rinunciare a tutte le cose terrene e vivere solo nel pensiero di Dio.   Gradualmente però mi sono resa conto che questo mondo richiede ben altro da   noi ... io credo persino: più uno si sente attirato da Dio e più deve   "uscire da se stesso", nel senso di rivolgersi al mondo per portare   ivi una divina ragione di vivere ". Enorme è il suo programma di lavoro.   Traduce le lettere e i diari del periodo precattolico di Newmann e l'opera   " Quxstiones disputati de veritate " di Tommaso d'Aquino e ciò in   una versione molto libera, per amore del dialogo con la moderna filosofia. Il   Padre Erich Przywara SJ la spronò a scrivere anche proprie opere filosofiche.   Imparò che è possibile " praticare la scienza al servizio di Dio ...   solo per tale ragione ho potuto decidermi ad iniziare serie opere   scientifiche ". Per la sua vita e per il suo lavoro ritrova sempre le   necessarie forze nel convento dei Benedettini di Beuron dove si reca a   trascorrere le maggiori festività dell'anno ecclesiastico.
 
Nel   1931 termina la sua attività a Spira. Tenta nuovamente di ottenere   l'abilitazione alla libera docenza a Breslavia e Friburgo. Invano. Dà allora   forma ad un'opera sui principali concetti di Tommaso d'Aquino: " Potenza   ed azione ". Più tardi farà di questo saggio la sua opera maggiore   elaborandolo sotto il titolo " Endliches un ewiges Sein " (Essere   finito ed Essere eterno) e ciò nel convento delle Carmelitane di Colonia. Una   stampa dell'opera non fu possibile durante la sua vita.
 
Nel   1932 le venne assegnata una cattedra presso una istituzione cattolica,   l'Istituto di Pedagogia Scientifica di Miinster, dove ha la possibilità di   sviluppare la propria antropologia. Qui ha il modo di unire scienza e fede e   di portare alla comprensione d'altri quest'unione. In tutta la sua vita vuole   solo essere " strumento di Dio ". " Chi viene da me desidero   condurlo a Lui ".
 
Nel   1933 la notte scende sulla Germania. " Avevo già sentito prima delle   severe misure contro gli ebrei. Ma ora cominciai improvvisamente a capire che   Dio aveva posto ancora una volta pesantemente la Sua mano sul Suo popolo e   che il destino di questo popolo era anche il mio destino". L'articolo di   legge sulla stirpe ariana dei nazisti rese impossibile la continuazione   dell'attività d'insegnante. " Se qui non posso continuare, in Germania   non ci sono più possibilità per me ". " Ero divenuta una straniera   nel mondo ".
 
L'Arciabate   Walzer di Beuron non le impedì più di entrare in un convento delle   Carmelitane. Già al tempo in cui si trovava a Spira aveva fatto il voto di   povertà, di castità e d'ubbidienza. Nel 1933 si presenta alla Madre Priora   del Monastero delle Carmelitane di Colonia. "Non l'attività umana ci può   aiutare ma solamente la passione di Cristo. Il mio desiderio è quello di   parteciparvi ".
 
Ancora   una volta Edith Stein si reca a Breslavia per prendere commiato dalla madre e   dalla sua famiglia. L'ultimo giorno che trascorse a casa sua fu il 12   ottobre, il giorno del suo compleanno e contemporaneamente la festività   ebraica dei tabernacoli. Edith accompagna la madre nella sinagoga. Per le due   donne non fu una giornata facile. " Perché l'hai conosciuta (la fede   cristiana)? Non voglio dire nulla contro di Lui. Sarà anche stato un uomo   buono. Ma perché s'è fatto Dio?". La madre piange. Il mattino dopo Edith   prende il treno per Colonia. " Non poteva subentrare una gioia   impetuosa. Quello che lasciavo dietro di me era troppo terribile. Ma io ero   calmissima - nel porto della volontà di Dio ". Ogni settimana scriverà   poi una lettera alla madre. Non riceverà risposte. La sorella Rosa le manderà   notizie da casa.
 
Il   14 ottobre Edith Stein entra nel monastero delle Carmelitane di Colonia. Nel   1934, il 14 aprile, la cerimonia della sua vestizione. L'Arciabate di Beuron   celebrò la messa. Da quel momento Edith Stein porterà il nome di Suor Teresa   Benedetta della Croce. Nel 1938 scrive: " Sotto la Croce capii il   destino del popolo di Dio che allora (1933) cominciava ad annunciarsi.   Pensavo che capissero che si trattava della Croce di Cristo, che dovevano   accettarla a nome di tutti gli altri. Certo, oggi comprendo di più su queste   cose, che cosa significa essere sposa del Signore sotto il segno della Croce.   Certo, non sarà mai possibile di comprendere tutto questo, poiché è un   segreto ". Il 21 aprile del 1935 fece i voti temporali. Il 14 settembre   del 1936, al tempo del rinnovo dei voti, muore la madre a Breslavia. "   Fino all'ultimo momento mia madre è rimasta fedele alla sua
 religione. Ma poiché la sua fede e la sua ferma fiducia nel suo Dio ... fu   l'ultima cosa che rimase viva nella sua agonia, ho fiducia che ha trovato un   giudice molto clemente e che ora è la mia più fedele assistente, in modo che   anch'io possa arrivare alla meta".
 
Sull'immagine   devozionale della sua professione perpetua dei voti, il 21 aprile del 1938,   fa stampare le parole di San Giovanni della Croce al quale lei dedicherà la   sua ultima opera: " La mia unica professione sarà d'ora in poi   l'amore".
 
L'entrata   di Edith Stein nel convento delle Carmelitane non è stata una fuga. "   Chi entra nel Carmelo non è perduto per i suoi, ma in effetti ancora più   vicino; questo poiché è la nostra professione di rendere conto a Dio per   tutti ". Soprattutto rese conto a Dio per il suo popolo. " Devo   continuamente pensare alla regina Ester che venne sottratta al suo popolo per   renderne conto davanti al re. Io sono una piccola e debole Ester ma il Re che   mi ha eletto è infinitamente grande e misericordioso. Questa è una grande   consolazione" (31-10-1938).
 
Il   giorno 9 novembre 1938 l'odio portato dai nazisti verso gli ebrei viene   palesato a tutto il mondo. Le sinagoghe bruciano. Il terrore viene sparso fra   la gente ebrea. Madre Priora delle Carmelitane di Colonia fa tutto il   possibile per portare Suor Teresa Benedetta della Croce all'estero. Nella   notte di capodanno del 1938 attraversa il confine dei Paesi Bassi e viene   portata nel monastero delle Carmelitane di Echt, in Olanda. In quel luogo   stila il 9 giugno 1939 il suo testamento: " Già ora accetto con gioia,   in completa sottomissione e secondo la Sua santissima volontà, la morte che   Iddio mi ha destinato. Io prego il Signore che accetti la mia vita e la mia   morte ... in modo che il Signore venga riconosciuto dai Suoi e che il Suo   regno venga in tutta la sua magnificenza per la salvezza della Germania e la   pace del mondo... ".
 
Già nel monastero delle Carmelitane di Colonia a Edith Stein era stato concesso il permesso di dedicarsi alle opere scientifiche. Fra l'altro scrisse in quel   luogo "Dalla vita di una famiglia ebrea". " Desidero   semplicemente raccontare che cosa ho sperimentato ad essere ebrea ". Nei   confronti " della gioventù che oggi viene educata già dall'età più   tenera ad odiare gli ebrei ... noi, che siamo statì educati nella comunità   ebraica, abbiamo il dovere di rendere testimonianza ".
 
In   tutta fretta Edith Stein scriverà ad Echt il suo saggio su " Giovanni   della Croce, il mistico Dottore della Chiesa, in occasione del   quattrocentesimo anniversario della sua nascita, 1542-1942 ". Nel 1941   scrisse ad una religiosa con cui aveva rapporti d'amicizia: " Una   scientia crucis (la scienza della croce) può essere appresa solo se si sente   tutto il peso della croce. Dì ciò ero convinta già dal primo attimo e di   tutto cuore ho pronunciato: Ave, Crux, Spes unica (ti saluto, Croce, nostra   unica speranza) ". Il suo saggio su San Giovanni della Croce porta la didascalia:   " La scienza della Croce ".
 
Il   2 agosto del 1942 arriva la Gestapo. Edith Stein si trova nella cappella,   assieme alla altre Sorelle. Nel giro di 5 minuti deve presentarsi, assieme a   sua sorella Rosa che si era battezzata nella Chiesa cattolica e prestava   servizio presso le Carmelitane di Echt. Le ultime parole di Edith Stein che   ad Echt s'odono, sono rivolte a Rosa: " Vieni, andiamo per il nostro   popolo ".
 
Assieme   a molti altri ebrei convertiti al cristianesimo le due donne vengono portate   al campo di raccolta di Westerbork. Si trattava di una vendetta contro la   comunicazione di protesta dei vescovi cattolici dei Paesi Bassi contro i   pogrom e le deportazioni degli ebrei. " Che gli esseri umani potessero   arrivare ad essere così, non l'ho mai saputo e che le mie sorelle e i miei   fratelli dovessero soffrire così, anche questo non l'ho veramente saputo ...   in ogni ora prego per loro. Che oda Dio la mia preghiera? Con certezza però   ode i loro lamenti ". Il prof. Jan Nota, a lei legato, scriverà più tardi.   " Per me lei è, in un mondo di negazione di Dio, una testimone della   presenza di Dio ".
 
All'alba   del 7 agosto parte un carico di 987 ebrei in direzione Auschwitz. Fu il   giorno 9 agosto nel quale Suor Teresa Benedetta della Croce, assieme a sua   sorella Rosa ed a molti altri del suo popolo, morì nelle camere a gas di   Auschwitz.
 
Con   la sua beatificazione nel Duomo di Colonia, il 1° maggio del 1987, la Chiesa   onorò, per esprimerlo con le parole del Pontefice Giovanni Paolo II, "   una figlia d'Israele, che durante le persecuzioni dei nazisti è rimasta unita   con fede ed amore al Signore Crocifisso, Gesù Cristo, quale cattolica ed al   suo popolo quale ebrea".
parrocchia stagno lombardo 2020
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