confessioni - parrocchia stagno lombardo

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SACRAMENTO DEL PERDONO
DISPONIBILITA DEL PARROCO: qualunque momento (chiedere appuntamento sul cellulare)

COME PREPARARSI: la traccia dei "10 Comandamenti" è senz'altro la base di partenza per un esame di coscienza ma solo come ... "minimo sindacale"! Ce lo dice Gesù nel "discorso della montagna" (Matteo capp. 5-7): "Avete udito che fu detto... ma io vi dico...". E' con il vangelo che dobbiamo confrontarci, non tanto e non solo per togliere da sotto il tappeto (dove vorremmo dimenticarcelo!) il male che abbiamo commesso ma soprattutto per scoprire orizzonti di bene e di impegno più ampi che ci rendano più sensibili e coerenti in uno stile di vita che non si risolve in un "togliere le erbacce" ma nel prendersi cura del "germe di bene" che vuole crescere e giungere alla sua piena maturazione.

COME VIVERE IL SACRAMENTO: si impone un cambio di ottica, dal "confessionale" come aula di tribunale dove ci si riconosce "colpevoli" dinnanzi a un "giudice" (e non sto parlando del sacerdote-confessore ma di Dio) all'incontro commosso con un "padre" che ci stava aspettando da tempo per un abbraccio che ci facesse capire quanto siamo amati, nonostante i nostri peccati (o forse proprio perchè fragili peccatori bisognosi del suo sostegno). E' un'esperienza di gioia che va accolta come trampolino per spiccare salti sempre più alti. La domanda non è: "cosa devo fare per non  "offendere" Dio?" ma piuttosto: "come posso dimostrargli tutta la gratitudine che merita?"

PREGHIERA E PROPOSITI:

Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati, perché peccando ho meritato i tuoi castighi,
e molto più perché ho offeso te, infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa.
Propongo con il tuo santo aiuto di non offenderti mai più e di fuggire le occasioni prossime di peccato.
Signore, misericordia, perdonami.

O Gesù, d’amore acceso, non t'avessi mai offeso!
O mio caro e buon Gesù, con la Tua Santa Grazia non ti voglio offendere più,
perché ti amo sopra ogni cosa. Gesù mio misericordia, perdonami!

ESAME DI COSCIENZA


Una prima descrizione dei VIZI CAPITALI appare nel grande filosofo greco Aristotele (IV sec. A.C.), che li definì gli "abiti del male". Al pari delle virtù, i vizi deriverebbero infatti dalla ripetizione di azioni, che formano nel soggetto che le compie una sorta di "abito" che lo inclina in una certa direzione o abitudine. Ma essendo vizi, e non virtù, tali abitudini non promuovono la crescita interiore, nobile e spirituale, ma al contrario la distruggono.

I cosiddetti “vizi capitali” (cioè quelli più gravi e da cui tutti gli altri derivano) sono:
 
   SUPERBIA: radicata convinzione della propria superiorità, reale o presunta, che si traduce in atteggiamento di altezzoso distacco o anche di ostentato disprezzo verso gli altri, nonché di disprezzo di norme e del rispetto altrui;
 
   AVARIZIA, avidità nel possesso delle cose e bisogno sfrenato di avere sempre di più;

   LUSSURIA: incontrollata sensualità, irrefrenabile desiderio del piacere sessuale, concupiscenza, carnalità, banalizzazione del sesso in tutte le sue forme, fino agli atti più estremi e perversi;
 
   INVIDIA: avidità del bene altrui (cose, persone, condizioni di vita) fino a diventare un’ossessione;

   GOLA: avidità del cibo o delle bevande oltre i limiti della sazietà, per puro piacere o per abuso di sostanze allucinogene (alcol, droghe).
 
   IRA: reazione violenta dello stato emotivo che esprime un'avversione profonda e vendicativa verso qualcosa o qualcuno;

   ACCIDIA: inerzia nel vivere e nel compiere opere di bene, pigrizia, indolenza, svogliatezza, indifferenza a tutto.

Nella Divina Commedia di Dante Alighieri i sette vizi capitali sono puniti nell'alto Inferno (cerchi II-V) e purgati nelle sette cornici del Purgatorio; inoltre la lussuria, la superbia e la cupidigia sono raffigurati nel canto I dell'Inferno sotto forma di bestie selvatiche, rispettivamente la lonza (lince?), il leone e la lupa, che Dante incontra nella selva oscura all'inizio della sua avventura.
parrocchia stagno lombardo 2020
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